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La D.ssa Nardi va in pensione

 
La D.ssa Nardi va in pensione

Comune di Quistello

Il 30 aprile 2020, dopo 40 anni di servizio, andrà in pensione la D.ssa Anna Teresa Nardi.

Un grazie da parte di tutta l'Amministrazione Comunale per il servizio che ci ha donato ogni giorno.

 

Condividiamo di seguito la Lettera Saluto della D.ssa Nardi a tutti i suoi assistiti.I

 

A tutti i miei cari Assistiti

E giunto il momento di salutarci. Debbo farmi coraggio e nascondere l'emozione del distacco. Capisco che, dopo tanti anni passati con voi, è normale che accada: lo insegna il Tempo, con i suoi ritmi e le sue scadenze immodificabili.

Però è difficile trovare le parole e i gesti per dirsi addio. Ancora più difficile farlo in questa circostanza di emergenza sanitaria, che impone separazione e distanziamento sociale: non potrò abbracciarvi o anche solo stringervi la mano per l'ultimo saluto, così come avevo lungamente immaginato e che avrei voluto fare, con affetto sincero.

Vado in pensione, mi dico, tentando di semplificare. Ma dietro c'è la complessità dei sentimenti e degli stati d'animo: malinconia, interrogativi, uno strano senso di disorientamento, una sottile idea di perdita, un'identità da difendere, un cambiamento da gestire. Indugio sulla soglia di un futuro che non conosco. Il punto fermo siete voi: sarete nella mia storia per sempre.

Sì, sono stata con voi 40 anni, sorretta da un ideale di servizio, da una vocazione alla solidarietà con chi soffre, nel corpo ma non solo; una professione scelta non per prestigio sociale o prospettiva di carriera, convinta, piuttosto, che prossimità e competenza possano curare la persona nel suo insieme. Tutto questo, fin dagli anni della mia formazione universitaria, confermata dagli anni del tirocinio ospedaliero, da quelli della specializzazione e poi della medicina di famiglia.

Ho sempre lavorato con impegno e passione, dedicandomi, sacrificando tempo e interessi personali, mettendo al primo posto il bene del paziente, accompagnandolo nei percorsi difficili della malattia, invitandolo a sorvolare sui piccoli mali, responsabilizzandolo sulle buone pratiche di salute.

Qualche volta mi sono spazientita, mi avrete perdonato. Qualche volta mi sono sbagliata, qualche volta mi sono offesa e qualche volta sono rimasta delusa e discriminata in quanto medico-donna: una tentazione tutta maschile, ancora dura a morire, che mi ha fatto soffrire, debbo dirlo.

Ma si è trattato di episodi isolati: nella stragrande maggioranza dei casi ho ricevuto rispetto, considerazione, apprezzamenti e tanti attestati di riconoscenza. Grazie!

In voi e per voi non ho cercato solo la guarigione del corpo: ho dedicato tempo su tempo al confronto e all'ascolto, non per invadenza, ma per lenire anche qualche ferita dell'anima, confortando, suggerendo, incoraggiando sempre a dar credito alla vita e alle sue risorse.

Sì, ho condiviso con voi tanti momenti, quelli della gioia e quelli del dolore. Ho seguito alcune famiglie per 3-4 generazioni: quest'anno, il 1° aprile, giorno del mio compleanno, è nata la figlia di una mia paziente, di cui ho assistito la trisavola, i bisnonni, i nonni e...la mamma: 5 generazioni! Un motivo di orgoglio ed un evento da conservare tra i ricordi belli della mia vita professionale! Tra i miei ricordi tristi rimarranno i ragazzi che ho visto nascere e morire anzitempo, per malattia o per incidenti d'altro tipo, senza aver potuto consolare lo strazio delle loro famiglie.

Un'attenzione particolare ho riservato alla...terza età, sorreggendo con leggerezza e umanità le esperienze di vecchiaia e di fine-vita: un rapporto professionale mai compassato e rigido, ma piuttosto improntato alla familiarità e alla confidenza.

Diciamo che ho cresciuto molti di voi, ma che sono stata anche cresciuta da voi: sono cresciuta in umanità e sono diventata anch'io più...paziente accanto ai miei pazienti! Certo, fare il medico oggi è più difficile di una volta: il SSN non è più quello di 40 anni fa, il carico burocratico è ingente, una rampante logica aziendale sta scalzando il concetto di cura disinteressata e universale.

Quanto a me, posso dire di avere sempre difeso la salute dei miei pazienti, la dignità della malattia, il mistero della sofferenza, il valore cristiano della Vita e della Morte.

Grazie, dunque, per avermi scelto quale vostro medico e per avere continuato a sostenermi, nel tempo, con la vostra stima. In una parola, grazie per avermi voluto bene!

Grazie anche alle Istituzioni locali, sempre collaborative. Grazie a mio marito e ai miei figli, che hanno condiviso nella quotidianità il bello e il meno bello della mia professione, accettandone condizionamenti e disagi. Grazie anche alle mie preziosissime collaboratrici familiari. L'ultimo pensiero va ai miei genitori che, con i loro sacrifici, hanno consentito la mia realizzazione.

 

Pensate positivo, vi lascio in buone mani!

 

Quistello 30 aprile 2020 Anna Teresa Nardi, medico


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